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Deviazioni della colonna vertebrale in età evolutiva: a chi rivolgersi e come curarle

Mal di schiena e dolori muscolari non sono un problema da sottovalutare, quand’anche si manifestino in giovanissima età: in alcuni casi, potrebbe trattarsi di una deviazione o di una deformità della colonna vertebrale, che richiede l’intervento congiunto del fisiatra e del fisioterapista. Nelle situazioni più gravi, anche se più rare, questi segnali rappresentano il sintomo di vere e proprie patologie da trattare chirurgicamente da parte del chirurgo ortopedico.

È bene prima di tutto distinguere tra deviazioni, che sono alterazioni funzionali, e deformità, che sono invece alterazioni strutturali.

  1. Le deviazioni sono causate da atteggiamenti posturali scorretti, che però non hanno compromesso la naturale curvatura della colonna vertebrale. A seguito della diagnosi formulata dal fisiatra, infatti, le deviazioni sono curabili e risolvibili attraverso la pratica di appositi esercizi calibrati sul fisico del paziente da parte del fisioterapista specializzato.

Tra le abitudini più frequenti causa di atteggiamenti posturali sbagliati figurano, per esempio:

  • stare troppo tempo seduti e lavorare al computer;
  • usare per troppo tempo il telefonino per mandare messaggi;
  • stare seduti in modo errato sulla sedia o sul divano;
  • muoversi con zaini o borse eccessivamente pesanti appoggiati su una spalla sola;
  • usare scarpe scomode o che alterano la postura, come quelle col tacco;
  • stare molto fermi in piedi, scaricando il peso su una sola gamba;
  • piegarsi senza utilizzare le gambe;
  • avere disturbi dell’udito, della vista o dismetrie (quando un arto inferiore è più corto dell’altro).

Nella maggior parte di questi casi, la terapia indicata è la fisioterapia: il paziente dovrà sottoporsi per 2-3 volte a settimana a una sessione di esercizi guidati dal fisioterapista, che dovrà poi ripetere in autonomia, una volta tornato a casa. La durata dei trattamenti varia a seconda della gravità del problema, ma ciò che è importante sapere è che si tratta di esercizi non dolorosi: essi, in sostanza, ripristinano il corretto assetto posturale, donando sollievo e una progressiva guarigione alla persona trattata.

Tra i rimedi che devono entrare nello stile di vita del paziente rientrano, per esempio, lo studiare usando un piano inclinato per non piegare la schiena in avanti durante la lettura, o indossare lo zaino portandolo su entrambe le spalle.

Nel caso di dismetria, poi, si deve intervenire apponendo un supporto che riequilibri la differenza di lunghezza tra gli arti inferiori, come il plantare ortopedico.

Ben diverso è il caso in cui si presentano patologie. In questo caso, parliamo di:

  • Deformità. Tutte le deformità sono idiopatiche (cioè non se ne conosce la causa) nell’80% dei casi, mentre nella restante casistica possono essere congenite o di natura secondaria. Al loro interno possiamo distinguere tra:
  • Scoliosi: è una deformità tridimensionale, in quanto comporta sia una flessione anomala della colonna sul piano frontale, ma anche una scorretta rotazione delle vertebre. La scoliosi riguarda in 7 casi su 10 il sesso femminile e colpisce circa il 3% della popolazione, anche se è grave in circa lo 0,5 per mille. Per verificarne la presenza, il fisiatra effettua il cosiddetto test di Adams. Si chiede al paziente, senza maglietta e a piedi scalzi, di piegare il busto lentamente in avanti, tenendo le ginocchia dritte, chinando prima la testa e poi a seguire il resto del tronco, tenendo le braccia rilassate con le dita intrecciate. In questa posizione si può mettere in evidenza l’eventuale presenza di un gibbo, la cui misurazione indica il grado di rotazione delle vertebre e di deformazione del tronco. Tra gli altri indicatori che segnalano la presenza di scoliosi, riscontriamo la diseguaglianza dei triangoli della taglia, la differenza di altezza tra le due spalle o le due scapole e la marcata prominenza di una scapola rispetto all’altra.
  • Cifosi: è una deformità sagittale, che si presenta clinicamente con un dorso curvo in età evolutiva.

In entrambi i casi, si possono presentare due condizioni: o si è ancora in tempo per effettuare un trattamento conservativo attraverso appositi busti ortopedici, oppure provvedere con un intervento chirurgico.

In ogni caso, strumenti fondamentali nelle mani del fisiatra per arrivare a una diagnosi chiara sono senz’altro le radiografie dell’intera colonna vertebrale, che permettono di calcolare in gradi Cobb gli angoli di deviazione del rachide.

Infine, occorre sfatare alcuni falsi miti in merito alle potenzialità curative di alcuni sport e all’influsso negativo di certi atteggiamenti posturali: innanzi tutto, il nuoto non aiuta a curare la scoliosi, poiché invece si è visto che favorisce un atteggiamento in cifosi della colonna. Inoltre, nel caso dei giovani studenti, adottare una postura scorretta sui banchi di scuola non è causa della scoliosi.



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