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Linfedema: cos’è e come curarlo

Il gonfiore cronico di gambe e braccia è una vera e propria patologia e ha un nome: si tratta del linfedema, che causa ogni anno 40.000 nuovi casi in Italia.

Il linfedema è una malattia che colpisce il sistema linfatico, che è quella rete di vasi che trasporta al cuore un liquido ricco di proteine, la linfa, e che interagisce con il sistema circolatorio e con quello immunitario.

Quando avviene una compromissione del sistema linfatico, la linfa si accumula in corrispondenza degli arti inferiori e superiori, causando gonfiore, alterazione della cromia della pelle, prurito, tensione della pelle, difficoltà a muovere l’arto e suscettibilità alle infezioni: anche una semplice puntura d’insetto, a volte, può creare fastidi e disagi a chi è affetto da questa patologia.

Quali sono le cause del linfedema?

Tendenzialmente, il linfedema è di natura secondaria, ovvero derivante da altre patologie. In particolare, l’alterazione del funzionamento dei vasi linfatici avviene:

  • a seguito della rimozione dei linfonodi ascellari dopo un intervento chirurgico per la cura delle neoplasie al seno (linfedema a livello del braccio);
  • a seguito della rimozione dei linfonodi inguinali dopo un intervento chirurgico per la cura di neoplasie al colon, tumore alle ovaie o neoplasie dell’utero (linfedema degli arti inferiori).

Ma questa patologia può essere anche di natura primaria, ovvero si determina senza una causa apparente: in tal caso, si distingue tra linfedema primario congenito (10-25% dei casi), linfedema primario precoce (65-80% dei casi) e linfedema primario tardo (10% dei casi).

Come curare il linfedema?

I trattamenti fisioterapici sono fondamentali per alleviare dolori e gonfiori e favorire il deflusso e lo smaltimento della linfa accumulata.

“Da Dynamica vantiamo tre trattamenti-pilastro con cui contrastare il linfedema”, spiega il dottor Giacomo Farì, medico fisiatra e direttore sanitario del poliambulatorio medico Dynamica.

– Il “classico” linfodrenaggio manuale, un vero e proprio massaggio esercitato dal fisioterapista sull’arto coinvolto, attraverso il quale viene rimosso l’eccesso di linfa;

– la tecarterapia, che si effettua attraverso uno strumento elettromedicale che si avvale degli effetti benefici del calore;

– l’idrokinesiterapia: l’esercizio fisico in acqua si è rivelato ancora più utile per questo tipo di patologia, in quanto l’acqua esercita un micromassaggio che sollecita la microcircolazione e ha un effetto analgesico. Grazie alla nostra piscina dedicata all’idrokinesiterapia, riusciamo a offrire un servizio all’avanguardia ed efficace su molte malattie”.

La durata del trattamento varia in base alla gravità del problema e alle condizioni generali del paziente: durata e frequenza dei cicli di terapia sono personalizzati e costruiti intorno al paziente, sulla base delle valutazioni del medico fisiatra e del fisioterapista.   



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