Serena Costa
administrator | 2 Aprile, 2022
Oggi il mondo si tinge di blu, colore simbolo del bisogno di sicurezza, ma anche dell’apertura verso la conoscenza. Non a caso è proprio questa la tonalità che caratterizza la Giornata mondiale sula consapevolezza dell’autismo, che cade il 2 aprile di ogni anno fin dal 2007, per volontà dell’Onu. Perché c’è ancora tanto da conoscere sulle infinite varietà dello spettro autistico, che in Italia colpisce un bambino su 77 nella fascia d’età tra i 7 e i 9 anni, per lo più nel sesso maschile (4,4 volte in più rispetto alle bambine).
Definizione
I disturbi dello spettro autistico hanno un andamento comune: una compromissione dell’interazione sociale e della comunicazione e la presenza di modelli ripetitivi e stereotipati di comportamento. La sintomatologia può essere lieve, media o grave e nel 40-50% delle persone con autismo si presenta anche una disabilità intellettiva. Ma le funzionalità sviluppate da ogni singolo bambino colpito da spettro autistico sono differenti e per questo occorre costruire intorno al piccolo paziente un sostegno multi-specialistico, in cui agiscano in sinergia un neuropsichiatra, uno psicologo, a volte un logopedista (nei casi di disturbi del linguaggio) e anche un neuropsicomotricista.
Diagnosi e terapie
Solitamente, si arriva alla diagnosi di questa sindrome intorno ai 3-4 anni, ma oggi è possibile individuarla anche nei primi 24 mesi.
Dal 2017, la cura dei sintomi da spettro autistico rientra nei Lea (livelli essenziali di assistenza, che assicurano prestazioni gratuite su diagnosi e trattamento) e va proprio nella direzione della diagnosi precoce la costituzione dell’Osservatorio nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico, una rete di pediatri e di neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza: obiettivo comune, oltre alla rilevazione del fenomeno in Italia, è quello di creare protocolli comuni diagnostici e terapeutici da inserire nel Sistema sanitario nazionale.
Capire
Le famiglie dei bambini affetti dallo spettro autistico si trovano a fronteggiare ogni giorno pregiudizi e difficoltà a vario titolo. Illuminanti sono in tal senso le parole dell’attivista mondiale Greta Thunberg: «L’autismo non è un “dono”. E per molti è una lotta senza fine contro scuole, luoghi di lavoro e bulli. Ma da un certo punto di vista può essere un superpotere». È nato per questo il progetto “A me gli occhi”, rivolto alle famiglie coinvolte a vario titolo dal tema dell’autismo, ma anche a chiunque voglia saperne di più, come per esempio insegnanti, allenatori sportivi, persone che operano nella ricettività turistica, al fine di acquisire una nuova consapevolezza.
Lo staff di Sorgente srl e Dynamica operano anche in questo ambito, offrendo al pubblico un servizio integrato per una migliore qualità della vita di pazienti e famiglie.
Leave Comment